lunedì 15 aprile 2013

La chimica e gli inchiostri

Fin dai tempi più antichi veniva usato l'inchiostro per scrivere prima su fogli di papiro, poi su pergamene e in fine sulla carta che noi oggi conosciamo. Come i supporti alla scrittura si sono modificati e specializzati nel tempo, anche gli inchiostri si sono modificati e migliorati.
In questo post cercherò di parlare dell'aspetto chimico degli inchiostri, soffermandomi soppratutto sugli inchiostri usati nel medioevo.

I primi inchiostri furono usati in Egitto ed in Cina e venivano ottenuti facendo bruciare olii o carbone; il residuo di questo processo (nerofumo) era il pigmento usato per dare la colorazione all'inchiostro. Poichè l'inchiostro doveva rimanere sul supporto usato per scrivere bisognava renderlo più viscoso: per questa ragione veniva miscelato il pigmento ottenuto con acqua e una resina (in paricolare la gomma arabica, ottenuta dall'acacia). In seguito, in Cina furono usati inchistri usando resina di alberi e insetti pressati, ottenendo un inchiostro di colore rossiccio.
Intorno al IV-V secolo dopo Cristo, in cina fu modificato il procedimento per ottenere l'inchiostro nero. Fino a quel momento, infatti, venivano presi direttamente i residui della combustione degli olii o del carbone; invece, da questo periodo, veniva preso il residuo del fumo che si produceva nella combustione: in particolare, la combustione era fatta avvenire sotto un imbuto che convogliava il fumo su di un supporto dal quale veniva poi raschiato via e miscelato con acqua e gomma arabica. Il composto ottenuto veniva poi modellato in bastoncini. Questo inchiostro fu poi esportato in occidente col nome di inchiostro di china
In occidente era usato l'inchiostro ferrogallico, che si otteneva usando le galle di quercia (una protuberanza presente sui tronchi, sui rami e a volte sulle foglie delle quercie; queste galle sono ricche di acido tannico). Per ottenere l'inchistro ferrogallico si usavano le galle, il vetriolo (solfato di ferro), resine e acqua. Poichè le galle erano ricche di acido tannico, ma per il pigmento serviva l'acido gallico, le galle erano macerate e lasciate fermentare per 2/3 giorni: queste galle rilasciavano un enzima, l'enzima tannasi, che convertiva attraverso una reazione enzimatica acido gallico e glucosio
reazione di produzione dell'acido gallico dall'acido gallotannico

In seguito l'acido gallico reagisce con gli ioni ferrosi producendo il gallato ferroso. che ossidandosi produce acqua e pirogallatoferrico (che dà effettivamente il colore nero)
ossidoriduzione fra acido gallico e ioni ferrosi
ossidazione del gallato ferroso

Con l'avvento della stampa a caratteri mobili (1450 circa) gli inchiostri fino ad allora usati non erano più adatti e fu quindi necessario variare la composizione: Al posto dell'acqua, come solvente veniva usata l' essenza di trementina e l' olio di lino come legante per i vari pigmenti.
In seguito verranno poi inventate le vernici e gli inchiostri sintetici, di cui spero di parlare in un futuro post.


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