domenica 16 giugno 2013

Ancora un ultimo post

Lo so che il precedente sarebbe dovuto essere l'ultimo post, ma sapete com'è, la vita riserva delle sorprese. Così in questo ultimo post (prometto che sarà l'ultimo) posterò un paio di palindromi inerenti la chimica. Innanzitutto, un palindromo è una parola che può essere letta sia da sinistra a destra che da destra a sinistra, senza mutare il suo significato. Eccoli:
- anilina
- oro
Lo so, sono solo due, ma non è stato semplice trovarli, soprattutto il primo. Chissà, magari riuscirete a trovarne alcuni che mi sono sfuggiti.
Vi ringrazio ancora per aver seguito il mio blog, e spero che vi sia piaciuto.

domenica 9 giugno 2013

Siamo arrivati alla fine

In questo blog è stato affrontato il rapporto fra tecnologia e chimica. Per prima cosa sono partito analizzando la chimica attraverso un abbecedario. Nel seguito ho cercato di dare una definizione di chimica e ho dato alcune traduzioni del nome chimica. Dopo di che, ho parlato dello stato iniziale della chimica, parlando dell'alchimia analizzandone lo sviluppo nel tempo (dalla cina, passando per il mondo greco romano e arrivando fino al medioevo e oggi). In chimica un materiale molto utile è il vetro, usato per la maggior parte degli strumenti. Ho anche parlato della chimica che è alla base degli inchiostri, e ho fatto un percorso che mi ha portato a trovare la chimica in diversi ambiti (arte, filatelia e fumettistica, musica, cucina e cosmesi). Come ogni campo del sapere umano, anche la chimica ha i suoi esponenti, che sono più o meno famosi, che hanno fatto scoperte più o meno casuali. La chimica può anche essere studiata attraverso i suoi simboli e la sua storia (nel caso della chimica, anche quella degli elementi chimici), ma anche attraverso grafici e carte geografiche. Inoltre si è parlato anche dell'elettrochimica (mostrandone anche dei brevetti).
Spero che vi sia piaciuto questo blog e che vi abbia incuriosito facendovi scoprire cose che magari non sapevate o a cui non avevate mai pensato. Arrivederci.

venerdì 7 giugno 2013

Chimica e bellezza: il rossetto.

In questo post, prendendo spunto dal libro protagonista del blog, parlerò di un oggetto di bellezza che le donne conoscono bene.
formula chimica dell'allossana
Il capitolo che ha ispirato questo post è quello intitolato "Azoto", perché in questo capitolo si parla di ricavare Allosana, composto ricavato dall'acido urico, che si
trova presente al 50% negli escrementi degli uccelli e fino al 90% negli escrementi dei serpenti (infatti, espellere azoto allo stato solido attraverso l'acido urico, era uno stratagemma adottato per espellere l'azoto in eccesso evitando perdite di acqua in luoghi in cui essa era preziosa, tipo i deserti) per produrre un rossetto la cui colorazione sia permanente e non sbavi sottoposto al calore delle labbra.

L'allossana, a contatto con le mucose, conferisce loro una colorazione rossa permanente, perché non è una sovvrapposizione, una vernice insomma, come il rossetto, ma una vera e propria tintura, come si fa con la lana e il cotone. 
Primo Levi,  "Il Sistema Periodico", "Azoto", Editore Einaudi : Torino, 2005

Adesso vi elencherò i principali componenti chimici del rossetto:
  • pentaeritrile, un acido grasso che ha la funzione di idratare le labbra
  • metilparaben, un estere che ha la funzione di antimicotico, quindi serve a conservare il prodotto (viene usato anche negli alimenti)
  • propilparaben, un altro estere con le stesse funzioni di quello precedente
  • butilidrossitoluene, un fenolo alchilato che ha la funzione di evitare l'ossidazione dei grassi contenuti nel rossetto
  • meticone, silicone per rendere meno attaccabile da agenti esterni il rossetto
  • geraniolo, un alcolo estratto dai gerani ed è usato per il suo gradevole odore
  • starato di ottildodecile, un emolliente che rende meno secche le labbra
  • olio di ricino idrogenato, rende uniforme il colore del rossetto
  • tocoferolo acetato, protegge le labbra dai raggi U.V.
  • retinolo palmitato è un estere che funge da antiossidante
  • cera d'api per dare una struttura al rossetto

giovedì 6 giugno 2013

la chimica del... cheeseburger

In questo post vi linkerò la pagina nella quale sono contenuti video che hanno come tema la chimica che si nasconde dietro ogni elemento di un cheeseburger.
                                          
 
Buona visione!

sabato 1 giugno 2013

finalmente i brevetti

In questo post metterò, anche se in ritardo (come dice il professore, gli ingegneri sono sempre gli ultimi ad arrivare), alcuni brevetti concernenti l'argomento di due post fa: l'elettrochimica. Purtroppo metterò i link a questi brevetti, visto che non sono riuscito a postare le immagini.

setto poroso per celle elettrochimiche
cella elettrolitica
cella galvanica
pila di volta

venerdì 31 maggio 2013

La musica ... della chimica

Mercoledì il professore ci ha fatto ascoltare delle melodie prodotte dalla chimica (le prime due melodie) e le melodie successive invece erano melodie atte ad enfatizzare i valori esoterici di questa scienza. Per comodità ho posto i link di alcune di queste melodie, spero vi piaceranno.

rane chimiche
vento chimico
alchimia_1
alchimia_2
alchimia_3
alchimia_4
alchimia_5
alchimia_6
alchimia_7
alchimia_8
alchimia_9

L'elettrochimica

In questo post tratterò il processo chimico che si cela dietro una branca della chimica nata tra la fine del 700' e l'inizio del 800': l'elettrochimica.

la copertina di un libro di elettrochimica del 1907
Come detto essa è una branca della chimica e della fisica che si interessa del rapporto che esiste fra energia elettrica ed energia chimica. Il dispositivo principe dell'elettrochimica è la pila:
"Alle soglie del XIX secolo Alessandro Volta costruisce la pila, gettando le basi dell'elettrochimica: è, all' epoca, difficile scorgere in questa nuova branca della fisica la presenza degli stessi principi di conservazione e non generazione spontanea dell'energia. La corrente elettrica, generata dalla reazione dell'elettrolito a contatto con gli elettrodi, a lungo viene ritenuta inesauribile. E' un' eccezione che nel 1832 il chimico Roget affermi nel suo Galvanism affermi che "tutte le sorgenti di potenza e di moto, quando producono il loro effetto, esauriscano le risorse da cui detti effetti sono prodotti", generalizzando così l'impossibilita di qualsiasi moto perpetuo" 
Vittorio MARCHIS, Storia delle Macchine, Editori LaTerza : Roma-Bari, 2005 
Appunti originali di A. Volta con schema della sua pila
Essa è un dispositivo inventato da Alessandro Volta nel 1799, che era formata da una pila di dischi di zinco e rame alternati ad un disco imbevuto di una soluzione salina. Fu però grazie a Luigi Galvani che Volta si interessò a questi fenomeni: infatti Galvani aveva eseguito esperimenti sulle rane, sostenendo che l'elettricità fosse un fenomeno con origini solo biologiche.


schema di una pila Daniell
Una pila, in generale, è composta da due elettrodi (nella maggior parte dei casi allo stato solido, come ad esempio barrette di metallo) che sono collegati attraverso un collegamento elettrico (che permette il passaggio di elettroni). I due elettrodi (chiamati anodo quello con carica negativa e catodo quello con carica positiva) sono immersi in due diverse soluzioni elettrolitiche (composte dagli ioni dell'elettrodo, come ad esempio sbarretta di rame in soluzione di ioni rame) e queste soluzioni (che sono in due contenitori divisi, dette celle) sono collegate attraverso un setto poroso con all' interno una sostanza che dissociandosi evita il cortocircuito della pila (detto ponte salino). Questa pila funziona con una reazione chimica, chiamata di ossido-riduzione (o redox): essa consiste in uno passaggio di elettroni da una sostanza all'altra (con variazione del numero di ossidazione), che si trasferiscono dalla sostanza che si ossida a quella che si riduce. La reazione netta della pila presentata nella figura è:
 
 
Queste reazioni, però, avvengono solo se la differenza di potenziale tra i due elettrodi è abbastanza elevata, in base ad una scala dei potenziali dei potenziali di riduzione standard (25°C e 1 atm) rispetto ad un elettrodo preso come standard (quindi potenziale 0.0 V), che è l'elettrodo ad idrogeno.


potenziali di riduzione standard di alcuni metalli




Vi metto un paio link e qualche video che renderanno più completo il mio post, che per motivi pratici non poteva essere completo:
Portale elettrochimica di Wikipedia
Elettrochimica nell'enciclopedia Treccani


 


 

domenica 26 maggio 2013

La chimica in grafico

In questo post inserirò alcuni grafici che si riferiscono ancora ad alcuni elementi chimici o composti chimici.

produzione di uranio di diversi paesi negli ultimi 10 anni

tonnellate di elementi introdotti nell'organismo a livello mondiale 


aumento della CO2 dovuta all'effetto serra

Chimica e cartografia

In questo post metterò alcune mappe rappresentanti la concentrazione di alcuni elementi chimici nel mondo o in alcune sue parti.


Probabilità globale di contaminazione da cloro geogenico



rischio di contaminazione da nitrati nelle falde acquifere americane (1970-1995)


concentrazione di uranio in America (in parti per milione ppm)


concetrazione radon nella case italiane (in Bequerel per metro cubo)

sabato 25 maggio 2013

Il caso nella chimica: il primo colorante sintetico

In questo post parlerò di come fu scoperto il primo colorante sintetico. Come si può intuire dal titolo, esso fu frutto del caso, infatti il suo scopritore voleva trovare un metodo per produrre il chinino in modo sintetico per curare la malaria.
William Henry Perkin
Questo chimico era Sir William Henry Perkin (Londra 1838, Sudbury 1907). Iniziò a fare i primi esperimenti chimici all'età di 13 anni e all'età di 17 divenne assistente del famoso chimico August Wilhelm von Hofmann al Royal college of chemistry di Londra.
Come detto sopra, il suo scopo iniziale era quello di produrre il chinino in modo artificiale, visti gli elevati costi di produzione ed estrazione. Così decise di provare ad estrarlo dal catrame di carbon fossile, ottenendo però solo una sostanza vischiosa di colore bluastra. Invece di gettarla via, decise di sottoporla ad estrazione tramite alcool, ottenendo una soluzione di colore fucsia dovuto alla presenza di anilina: aveva inventato il primo colorante sintetico.
Visto che in quel periodo c'era un fiorente mercato delle stoffe colorate (dovuto alla passione per le stoffe colorate della regina Vittoria), Perkin decise di studiare un modo per produrre questo colorante su larga scala e in modo economico. Poiché nel catrame di carbon fossile era presenta solo una piccola quantità di anilina, decise di estrarre per prima cosa il benzene dal catrame e poi trasformarlo in anilina tramite una nitrazione con acido nitrico e in seguito ridurre il nitrobenzene tramite acido cloridrico (ma sono possibili altre vie).

reazione di produzione dell'anilina

Grazie a questa scoperta, fu rivoluzionata l'industria tessile e la moda dell'epoca, e da allora i vestiti tinti divennero accessibili anche alle classi meno abbienti.

Se volete approfondire l'argomento, vi consiglio di leggere il seguente libro:
Simon GARFIELD, "Il malva di Perkin. Storia del colore che ha cambiato il mondo" traduzione a cura di A. Antonini, Milano : Garzanti Libri, 2002.

Cronolgia della chimica

In questo brevissimo post vi metterò il link ad un' interessante cronologia della chimica dalle origini fino ad oggi. Spero sia di vostro gradimento:

Il linguaggio dei simboli

Come in molti campi, anche ( e soprattutto) nella chimica, essi sono di fondamentale importanza per saper utilizzare i diversi reagenti in maniera sicura. In questo post ne metterò alcuni, dandovi di ognuno il significato.
alcuni simboli di pericolo presenti sui contenitori dei reagenti
 
 

L'ultimo simbolo che posto è stato introdotto NFPA (National Fire Protection Association) per sapere quanto sono pericolose le sostanze chimiche. Esso è detto NFPA 704 o "diamante di fuoco"

NFPA 704 con spiegazione dei simboli usati




venerdì 24 maggio 2013

un po' di revanscismo piemontese

In questo post vorrei parlare di un chimico piemontese del XIX secolo, Ascanio Sobrero, di cui farò una breve biografia.
Sobrero nasce a Casale Monferrato il 12 ottobre 1812 e si laurea in medicina a Torino.
Ascanio Sobrero
Dall'età di 28 anni si reca in vari laboratori
francesi e tedeschi dove si interessa al comportamento del acido nitrico sui corpi organici. Tornato a Torino scoprì la nitromannite (1846) e la vixorite (nome dato in seguito da Alfred Nobel). Nel 1847 scoprì la nitroglicerina. Studiò questa sostanza e scoprì che, usata in piccole dosi in soluzioni alcoliche, era in grado di curare l'angina pectoris e l'emicrania. Nel 1866 Nobel trovo il modo di usare la potenza esplosiva della nitroglicerina creando la dinamite, e in seguito la balistite (4 volte più potente della polvere da sparo).
Fino alla morte (avvenuta il 26 maggio del 1888 a Torino) Sobrero prese le distanze dagli sviluppi inaspettati della sua scoperta (lui intendeva usarla in ambito civile per facilitare il lavoro di escavazione dei trafori e delle gallerie delle miniere), dicendo che :

"non è il mezzo usato dall’uomo al servizio della sua cattiveria da Caino in poi che va condannato, ma la cattiveria stessa dell’animo umano"  


formula della nitromannite
 


formula della nitroglicerina

giovedì 23 maggio 2013

La chimica fa arte.

Oggi mentre stavo facendo una pausa tra una lezione e l'altra, ho navigato un po' e ho trovato una "scultura" fatta con oggetti usati in chimica, che in questo caso hanno tutto un altro scopo, quello di fare arte.
Perciò ho deciso di metterla in questo post come "capolavoro della chimica".
 

martedì 21 maggio 2013

L'alchimia dal medioevo ad oggi

In questo post concludo la storia dell'alchimia (che sicuramente sarà carente su molti aspetti), di cui ho cercato di evidenziare le principali tappe.
A differenza della cultura occidentale, quella araba era più aperta alle innovazioni e alle novità.
Quando giunsero ad Alessadria, trovarono un' alchimia che aveva poco di pratico e  molto di esoterico. Essi, riportarono l'alchimia ad un livello più pratico: essi furono i primi a cercare di classificare le varie reazioni, descrivendo i vari procedimenti e migliorando le tecniche di purificazione.
Migliorarono anche le tecniche di produzione di pietre preziose, vetri, saponi, oli e inchiostri.
Tra i principali personaggi dell'alchimia araba sono:
- Geber, che si dedico ai meccanismi delle reazioni e allo sviluppo di nuovi metodi chimici. Migliorò le tecniche di filtrazione, distillazione, sublimazione e evaporazione delle sostanze e gli viene attribuita l'invenzione dell'alambicco. Divise le sostanze in base alle loro proprietà in 3 categorie:
  1. spiriti, che vaporizzano molto velocemente a causa del riscaldamento
  2. corpi metallici, ovvero i metalli
  3. corpi, sostanze facilmente polverizzabili
- Rhazes, che a differenza del precedente, scriveva in maniera scorrevole e chiara. Anche lui divise le varie sostanze in categorie, 6 per la precisione:
  1. corpi, comprendenti tutti i metalli eccetto il mercurio
  2. pietre, che si spezzano se urtati in maniera violenta
  3. vetrioli, solubili e corrosivi
  4. boraci, ovvero solidi fusibili
  5. sali, che si sciolgono in acqua
  6. spiriti, che volatizzano a contatto con le fiamme.
- Abu-Mansur, che si dedicò principalmente all'aspetto medico (scrisse un "Trattato dei Fondamenti Farmacologici"), e scoprì che il rame e il piombo se ingeriti in grandi quantità risultavano tossici (cosa che non sapevano i romani, che facevano gli acquedotti in piombo) e creò il primo gesso artificiale mescolando gesso naturale e chiara d'uovo

- Avicenna, anch'esso medico, nonché filosofo, matematico e astronomo. Scrisse molti trattati, di cui forse il più famoso è il "Canone di Medicina", opera rimasta insuperata fino alle soglie del 500'. Egli fu il primo a negare la possibilità di trasformare i metalli "vili" in oro. Fu il primo a ad affermare che le sostanze quando si combinano fra loro non cambiano le loro caratteristiche.

Come detto nel precedente post, la chiesa osteggiava la lettura e la diffusione di testi considerati eretici, ma ciò nonostante nei monasteri i monaci copiavano ogni sorta di testo (compresi quelli alchemici). Con l'arrivo delle prime università (nel XII secolo d.C.) si cominciarono a studiare anche testi tradotti dall' arabo.
I principali personaggi di quest' epoca sono:

- Ruggero Bacone, monaco francescano che aveva studiato ad Oxford, era convinto che gli esperimenti alchemici fossero finalizzati ad appoggiare le teorie che si ricavavano dalla Bibbia. Condusse anche un certo numero di esperimenti alchemici, e anche lui credeva che l'alchimia dovesse essere usata per allungare la vita degli uomini. Inventò anche una formula per la polvere da sparo.

-Raimondo Lullo, era un teologo e filosofo che credeva che si potesse tramutare il metallo vile in oro con la pietra filosofale. I suoi scritti sono molto oscuri a causa dell'utilizzo massiccio di allegorie.

In questo periodo gli alchimisti operavano di nascosto per evitare ritorsioni e persecuzioni da parte della chiesa (che credeva che i loro "poteri" fossero conferiti dal demonio).

Tra il 400' e il 500' in cocomitanza della alchimia, che cambiò il suo scopo primario dalla trasmutazione dei metalli alla cura delle persone. Il principale esponente fu Paracelso *.
Lui fondava la medicina su 4 pilastri:
1)filosofia, che serve ad indagare la natura invisibile
2)l'astrologia per verificare le influenze dei vari pianeti
3)l'alchimia, per preparare le cure
4)l'etica, cioè l'onesta del medico

Termino il post, elencando semplicemente alcuni degli alchimisti dei secoli successivi:
-Andeas Libau
-Jean Baptist Van Helmont
- Angelo Sala
-Johann Rudolf Glauber
-Francesco Dubois
-Otto Tachenius    

*P. Meier, Paracelso. Medico e profeta, Salerno Editrice, Roma (2000)

giovedì 16 maggio 2013

L'alchimia nel periodo greco-romano

In questo post continuo la breve storia dell'alchimia partendo dalla Grecia e arrivando al periodo romano.
In Grecia si sviluppo l'arte alchemica tra il I e il IV secolo d.C. circa, e essi erano interessati a due principali settori:
- la manipolazione dei metalli (oro e argento in particolare)
- tecniche legate all'artigianato (ad esempio tecniche e ricette per tingere di porpora i tessuti o ricette per la creazione di perle e pietre preziose)
In questo periodo, inoltre, gli alchimisti si differenziavano in due tipi:
- quelli pratici che preferivano l'osservazione e la pratica nello svolgere i loro esperimenti. Essi studiavano i fenomeni e cercavano di riprodurli, ed è grazie a ciò che avvennero delle scoperte (ad esempio sostanze prima ignote) oppure dei miglioramenti negli strumenti usati.
- quelli mistici, che invece si facevano guidare soprattutto da credenze astrologiche e mitologiche.
Entrambi, però, caricarono di forti simbolismi i testi alchemici che scrivevano, rendendo così molto difficile (se non impossibile, a volte) la ripetizione dell'esperimento.
In questo periodo furono scritti molti testi alchemici (e tradotti quelli preesistenti): il primo testo greco è databile nel 280 d.C. circa ("Physica et Mystia"), scritto da Democrito. Poi molti furono i papiri scritti in greco, fra cui il "X Papiro di Leida".
Di questo periodo è impossibile dimenticare il personaggio più famoso dell'alchimia: Ermete Trismegisto (cioè, tre volte grande), di cui però l'esistenza non è mai stata provata. La sua opera più famosa è "La Tavola Smeraldina"
Con l'arrivo dell'impero romano in Grecia, l'alchimia inizio il suo declino inesorabile: inizialmente gli imperatori decisero di limitarne la diffusione per paura che l'oro che volevano produrre inficiasse sulle entrate e sulle uscite dell'impero. In seguito Diocleziano fece distruggere tutti i testi alchemici che gli vennero fra le mani. Le cose non cambiarono dopo il 313, anno in cui i cristiani ottennero la libertà di professare il loro culto, continuarono l'opera iniziata dai romani.
Con la caduta dell'impero romano, la cultura alchemica (o perlomeno, ciò che ne rimaneva), fu preservata da alcuni autori latini (azione iniziata da Plinio il Vecchio, secoli prima). Quest' opera fu continuata più che altro ad oriente, nell'impero bizantino, mentre nell'occidente si stava già consolidando la gerarchia della chiesa cattolica. In questo periodo non fu però operata nessuna aggiunta nella cultura alchemica, che fu soltanto copiata dagli autori di questo periodo.


mercoledì 8 maggio 2013

L'alchimia: dalla cina all'india

In questo post (e nei seguenti) parlerò brevemente (almeno, cercherò di esserlo) della storia dell'alchimia e di eventuali personaggi di spicco del periodo trattato. Logicamente non riuscirò a trattare in modo completo e approfondito la storia dell'alchimia, viste le sue antichissime origini.
Come potete intuire dal titolo faremo un viaggio nell'alchimia cinese e indiana, dove ci sono stati i primi segni della presenza dell'alchimia.

I primi esempi di alchimia si possono trovare in Cina, in particolar modo nella filosofia taoista. Essi pensavano che, essendo l'oro incorruttibile, bevendolo esso avrebbe donato l'immortalità e l'eterna salute. Così cominciarono a produrre il così detto "oro potabile", e per queste ricerche venivano finanziate gli stessi imperatori. Gli imperatori cominciarono così a ingerire pillole di mercurio trasmutato in oro ( ma che mercurio rimaneva) causandone così la morte per avvelenamento da mercurio. Dunque l'alchimia cinese era incentrata sulla cura degli uomini. Ad esempio, per eseguire otturazioni dentarie usavano un miscuglio di mercurio e stagno.
Sull'alchimia indiana sarò ancora più breve. Essa, come quella cinese, era incentrata sull'aspetto medico piuttosto che sull'aspetto della trasmutazione dei metalli. Essi producevano molti farmaci a base di erbe medicinali e anche loro cercavano il famoso "oro potabile" e usavano alcool come analgesico e alcali caustici per cicatrizzare le ferite. In alcuni scritti buddisti del II-V secolo d.C. si parla di trasmutazione dei metalli in oro.

Vi metto qui alcuni libri e (se riesco) i link ad alcuni di essi.
"alchimia cinese. La ricerca taoista dell'immortali" di J.C. Copper
"Le immortali dell'antica Cina" di Catherine Despeux
"Alchimia indiana" di S. Mahdihassan
"Alchimia indiana. La trasmutazione dell'uomo e dei metalli" di Narayânaswami Aiyar

giovedì 2 maggio 2013

Elementi chimici: dall'antichità ai giorni nostri

In questo post, mi dedicherò a fare una cronologia dei vari elementi naturali oggi conosciuti, dando di ognuno una brevissima descrizione.
Partiamo dall'antichità. In questo "periodo" erano noti i seguenti elementi:
  • rame (il cui nome deriva dal latino "aramen", mentre il simbolo deriva dal nome introdotto dopo da Plinio "cuprum", simbolo Cu)
  • oro (il cui nome e simbolo derivano dal nome latino "aurum", simbolo Au)
  • argento ( anche il suo nome deriva dal latino "Argentum", simbolo Ag)
  • carbonio ( Il suo nome deriva dal latino "carbo", simbolo C)
  • zolfo ( il nome deriva dal latino "sulphur", simbolo S)
  • stagno ( il nome deriva dal latino "stannum", simbolo Sn)
  • piombo (il nome deriva dal latino "plumbum", simbolo Pb)
  • mercurio ( il nome deriva dal greco hydrargyros, da cui il simbolo Hg)
  • ferro ( il nome deriva dal latino "ferrum", simbolo Fe)
Per avere nuovi elementi dobbiamo fare un salto temporale fino al 1400, quando furono scoperti l'arsenico (che deriva dal persiano , زرنيخ poi adattato in greco come arsenikon, simbolo As), l'antimonio ( il nome deriva da antimonium, nome latino usato dall' 800 d.C., simbolo Sb derivante da stibium, nome latino usato prima di atimonium) e lo zinco ( il nome deriva dal greco zinken, simbolo Zn)

Dobbiamo aspettare altri 200 anni per avere altri elementi:
  • 1969 fosforo (dal greco "phosphoros" , simbolo P)
  • 1737 cobalto (dal greco "kobalos", simbolo Co)
  • 1748 platino ( dallo spagnolo "platina", simbolo Pt)
  • 1751 nichel ( dallo svedese "nickel", simbolo Ni)
  • 1753 bismuto ( dal nome latinizzato "bisemutum", simbolo Bi)
  • 1776 idrogeno ( dal greco "hydor", simbolo H)
  • 1772 azoto (dal francese "nitrogène", simbolo N)
  • 1774 cloro (dal greco "chloròs", simbolo Cl), manganese (dal latino magnes, simbolo Mn) e ossigeno (dal greco "oxys", simbolo O)
  • 1782 molibdeno (dal greco "molybdos", simbolo Mo)
  • 1783 tellurio ( dal latino "telluris", simbolo Te) e tungsteno (dallo svedese "tung sten", simbolo W)
  • 1789 uranio ( il nome deriva dal pianeta urano, simbolo U) e zirconio (dall'arabo "zarkùn", simbolo Zr)
  • 1791 titanio ( dal latino "Titanus", simbolo Ti1)
  • 1794 ittirio (dal villaggio svedese "Ytterby" dove fu scoperto, simbolo Y)
  • 1797 berilio (dal greco "beryllos", simbolo Be)
  • 1798 cromo (dal greco cromos, simbolo Cr) 
  • 1801 vanadio (dal nome della dea Vanadis, simbolo V) e niobio (dal nome della figura mitologica Niobe, figlia di Tantalo)
  • 1802 tantalio (dal personaggio mitologico Tantalo, simbolo Ta)
  • 1803 Palladio (dall' aggettivo pallade ("giovane") riferito ad Atena, simbolo Pd), Rodio (dal greco "rhodon", simbolo Rh) e cerio (dal latino "ceres", simbolo Ce)
  • 1804 osmio (dal greco "osmé" simbolo Os) e iridio (dal latino "iris", simbolo Ir)
  • 1807 potassio (dal latino "potassium", simbolo K dal latino "kalium") e sodio (dal latino "natrum", simbolo Na)
  • 1808 bario (dal latino "barium", simbolo Ba), stronzio (dalla città scozzese "strontian", dove si trovano molti minerali di questo elemento, simbolo Sr), calcio (dal latino "calx", simbolo Ca), magnesio (dal greco "magnesia", simbolo Mg) e boro (dal persiano "burah", simbolo B)
  • 1811 iodio (dal francese "iode", simbolo I)
  • 1817 litio (dal greco "lithos", simbolo Li) e cadmio (dal greco "cadmia", simbolo Cd)
  • 1818 selenio (dal greco "selene", simbolo Se)
  • 1824 silicio (dal latino "silex", simbolo Si)
  • 1825 alluminio (dal latino alumen, simbolo Al)
  • 1826 bromo (dal latino "bromum", simbolo Br)
  • 1828 torio (dal dio nordico Thor, simbolo Th)
  • 1839 lantanio (dal greco "λανϑάνω, stare nascosto", simbolo La)
  • 1843 terbio  ed erbio ( stessa derivazione dell' ittirio, simboli Tb e Er)
  • 1844 rutenio (dal latino "Ruthenia", simbolo Ru)
  • 1860 cesio (dal nome di una gens romana, "caesius", simbolo Cs) e rubidio (dal latino "rubidus", simbolo Rb) 
  • 1861 tallio (dal greco "Thàllos", simbolo Tl)
  • 1863 indio (dall'inglese "indigo", simbolo In)
  • 1875 gallio (dall' omonima provincia francese al tempo dei romani, simbolo Ga)
  • 1878 itterbio ( stessa derivazione dell' ittirio, simbolo Yb)
  • 1879 olmio (dal latino "Holmia", simbolo Ho), scandio (dal latino "Scandia", simbolo Sc) e tulio (dal latino "Thule", simbolo Tm)
  • 1880 samario (dal latino "samarium", simbolo Sm) e gadolinio (dal nome del chimico finlandese Johan Gadolin, simbolo Gd)
  • 1885 praseodimio (dai termini greci "prasios" e "didymos", simbolo Pr) e neodimio( dal greco "neos didymos", simbolo Nd)
  • 1886 germanio (dal latinio "germanium",  simbolo Ge), fluoro (dal latino "fluore", simbolo F), disprosio (dal latino "dysprosium", simbolo Dy)
  • 1894 argon (dal greco "ἀργός", simbolo Ar)
  • 1895 elio (dal latino "Helium", simbolo He)
  • 1898 kripto (dal greco "κρυπτός", simbolo Kr), neon (dal greco "νέος", simbolo Ne), xeno (dal greco "ξένος", simbolo Xe), polonio (dall'omonimo stato, simbolo Po), radio (dal latino "radium", simbolo Ra)
  • 1899 attinio (dal greco "ἀκτίς", simbolo Ac)
  • 1900 radon (dal latino stessa etimologia del radio con la desinenza del' argon, simbolo Rn)
  • 1901 europio (dal francese "europium", simbolo Eu)
  • 1907 lutezio (dal nome latino di Parigi "Lutetia, simbolo Lu)
  • 1917 protoattinio (dalle parole greche "protos" e "actinium", simbolo Pa)
  • 1923 afnio (dal nome latino di Copenaghen, "afnium", simbolo Hf)
  • 1925 renio (dal fiume Reno, simbolo Re)

tavola periodica dinamica
cronologia della chimica dall'anno 1000 ad oggi
cronologia elementi con approfondimenti

mercoledì 1 maggio 2013

Chimica e ...

Nella storia dell'arte ci sono stati autori che hanno raffigurato figure caratteristiche della chimica antica, ovvero l'alchimia (di cui parlerò in un post successivo); una di queste figure è l'alchimista.

"Der Alchimist " olio su tela 1860 circa di Carl Spitzweg

"L'alchimista in cerca della pietra filosofale" olio su tela 1771 di Joseph Wright

"L'alchimista" olio su tela 1661 Adriaen Van Ostade



 
Continuando la mia ricerca, mi sono imbattutto in alcuni francobolli veramente carini, spero vi piaceranno:
 
Francobollo emesso dalle poste russe nel 1965 rappresentante la chimica moderna

Francobollo emesso dalle poste italiane nel 2010 celebrante l'anno internazionale della chimica

Francobollo rappresentante la struttura della vitamina C, stampato dalle poste svizzere nel 1965 in cocomitanza dell'anno internazionale della chimica

Francobollo stampato in Germania mostra uno schema di Otto Hahn della scissione del nucleodi uranio, premio Nobel per la Chimica 1944
Inoltre ho anche trovato questa simpatica canzoncina sugli elementi della tavola periodica:


Navigando per il web, mi sono imbattuto anche in un numero di paperino in cui la chimica ne è la protagonista. Questo episodio, datato 1944, è intitolato "Paperino chimico genio".
Questa è la "trama" del fumetto:
Paperino, dopo aver ricevuto una botta in testa, inventa il nitrogeno spaccatutto (componente della "paperite"( che si è ipotizzato possa essere una molecola composta da 60 atomi di azoto, N60, un potente esplosivo utilizzabile come carburante per le navicelle spaziali, ma attualmente non ancora prodotto). Per inventare questo esplosivo fa reagire il metilene (CH2) con lo ione ammonio (NH4 + ). Il metilene fa parte dei carbeni che però furono scoperti solo negli anni 50' (quindi almeno 6 anni dopo la pubblicazione del numero suddetto) quando verranno osservati in laboratorio. Solo nella metà degli anni 60' fu però riconosciuto il merito a Paperino di aver ipotizzato e utilizzato il metilene in una reazione chimica.
 
 
 
Per terminare questo post, vi vorrei mettere una canzone di Fabrizio De Andrè intitolata "Un Chimico", di cui vi mettero un video e il testo.
 

 
Testo:


Solo la morte m'ha portato in collina
un corpo fra i tanti a dar fosforo all'aria
per bivacchi di fuochi che dicono fatui
che non lasciano cenere, non sciolgon la brina.
Solo la morte m'ha portato in collina.

Da chimico un giorno avevo il potere
di sposare gli elementi e di farli reagire,
ma gli uomini mai mi riuscì di capire
perché si combinassero attraverso l'amore.
Affidando ad un gioco la gioia e il dolore.

Guardate il sorriso guardate il colore
come giocan sul viso di chi cerca l'amore:
ma lo stesso sorriso lo stesso colore
dove sono sul viso di chi ha avuto l'amore.
Dove sono sul viso di chi ha avuto l'amore.

È strano andarsene senza soffrire,
senza un voto di donna da dover ricordare.
Ma è fosse diverso
il vostro morire
vuoi che uscite all'amore che cedete all'aprile.
Cosa c'è di diverso nel vostro morire.

Primavera non bussa lei entra sicura
come il fumo lei penetra in ogni fessura
ha le labbra di carne i capelli di grano
che paura, che voglia che ti prenda per mano.
Che paura, che voglia che ti porti lontano.

Ma guardate l'idrogeno tacere nel mare
guardate l'ossigeno al suo fianco dormire:
soltanto una legge che io riesco a capire
ha potuto sposarli senza farli scoppiare.
Soltanto la legge che io riesco a capire.

Fui chimico e, no, non mi volli sposare.
Non sapevo con chi e chi avrei generato:
Son morto in un esperimento sbagliato
proprio come gli idioti che muoion d'amore.
E qualcuno dirà che c'è un modo migliore.

martedì 30 aprile 2013

il vetro

Un passo importante per il passaggio dal pressapoco alla precisione è stato fatto, migliorando gli strumenti di precisione usati in laboratorio (burette, provette,...) In questo post parlero del materiale di cui sono composte, ovvero il vetro, un materiale "anomalo" dal punto di vista chimico.


struttura chimica del vetro
Il vetro è un materiale composto principalmente da sabbia silicea (SiO2), insieme a ossidi e carbonati di calcio,sodio,bario e magnesio. Esso è un solido amorfo, ovvero non ha una struttura ordinata. Un vetro si ottiene solidificando molto velocemente la massa fusa (impedendo cioè agli atomi di disporsi in una struttura ordinata (cristallina)). Il vetro ha un'elevata viscosità (ovvero quella resistenza che le particelle incontrano durante il loro moto) e per questa ragione viene anche chiamato liquido sottoraffreddato.
La sabbia silicea, unita ai carbonati e ossidi sopra citati, viene messa in un forno e portata alla temperatura di circa 1200° (le temperature sarebbero più alte senza la presenza di questi ossidi e carbonati) per liberare la pasta vetrosa ottenuta da tutti i gas in essa contenuti.Questa pasta può poi essere lavorata in maniere diverse (laminazione, soffiatura o per stampaggio) in base al prodotto finale che si vuole produrre.

Una leggenda narra che il vetro fu scoperto casualmente da marinai fenici che, arrivati su una spiaggia dopo una tempesta, avevano accesso un fuoco.Questi marinai si accorsero che vicino al fuoco stava coloando una sostanza viscida e trasparente, che quando solidificava formava oggetti di svariate forme.
Leggende a parte, si pensa che i primi segni di produzione rudimentale di vetro si abbiano intorno al III sec a.C. in mesopotamia, dove si miscelavano argilla e sabbia silicea per produrre le tegole per le case dei nobili.
Le prime tecniche di soffiatura del vetro si hanno in Siria intorno al I secolo a.C. e consistevano nel soffiare in una canna alla cui estremità era posto una certa quantità di impasto ancora fuso. Questa tecnica passò inalterata durante il periodo romano e arrivò al medioevo, durante il quale il vetro ebbe una nuova funzione: quella di decorare le finestre e i rosoni delle chiese e delle cattedrali
il vetro è fuso in fornaci simili a quelle usate per i metalli, e presenta all'epoca di Dante ancora molte impurità.Per le vetrate è usato il lastre o dischi prodotti per centrifugazione della pasta vitrea molle
Vittorio Marchis, "Storia delle Macchine" pag 26
 
Parlando di vetro, non si può non pensare a Murano, dove l'arte vetraria raggiunse il suo apice, e infatti la repubblica veneziana era molto severa nei confronti di quegli operai che osavano portare fuori dalla repubblica i loro metodi produttivi.E' qui infatti che nasce un primo accenno di "brevetto", ovvero un documento che accordava privilegi a coloro che importavano nuove tecniche nella repubblica.
Nel 1600, in Germania, viene creato un nuovo tipo di vetro: il vetro (o cristallo) di Boemia. Esso fu ottenuto aggiungendo in certe quantità soda e potassa, ottenendo in questo modo un cristallo simile al cristallo di Rocca (una varietà di quarzo totalmente incolore).Negli anni compresi fra il 1700 e il 1800, grazie ai perfezionamenti dei metodi di produzione del vetro, migliorarono anche le lenti usate sia per migliorare i difetti della vista, sia per produrre strumenti scientifici (cannocchiali, microscopi,...)
Con il proghedire della chimica, furono create nuove tipologie di vetro cambiando le composizioni o le percentuali ed esaminando le varie proprietà di questi vetri in base a varie condizioni.
Oggi il vetro è usato in molti dei nostri strumenti di uso quotidiano (nelle lampadine, negli schermi di televisori e computer, nei finestrini delle macchine e addirittura interi edifici)


piramide di vetro, Parigi
 
Qui di seguito sono riportati alcuni video: il primo mostra come vengono create le bottiglie di vetro, il secondo e il terzo invece mostrano la fase di soffiatura del vetro, mentre l'ultimo mostra la creazione di alcuni oggetti di vetreria da laboratorio. 

 
 
 
 
 
 
                      
 

domenica 28 aprile 2013

La madre della chimica: l'alchimia

In questo post inizierò un primo approccio nel parlare dell'alchimia, ovvero di quello che io considero lo stato embrionale della chimica.
L'alchimia ha origini incerte, ma molti studi fanno risalire la sua ipotetica nascita durante il I millenio a.C. e i suoi obbiettivi principali (e più conosciuti) erano la trasmutazione del piombo (e di altri metalli) in oro e la creazione della pietra filosofale (una sostanza catalizzatrice che era capace di riportare la materia al suo stato originario).

Il nome alchimia ha un etimologia oscura e dubbia come lo è l'origine di questa scienza esoterica. Ecco le principali:
1) dall'arabo al-kimiyah (الكيمياء o الخيمياء), il quale deriverebbe dal greco khymeia (ovvero fondere). in questo caso, il prefisso al indicherebbe l'essere supremo, cioè essa sarebbe la scienza di Dio.
2) dall' egiziano al kemi, ovvero arte egiziana
3) dal cinese kim-iya, ovvero succo per fare oro.

I due obbiettivi principali, ovvero la trasmutazione dei metalli "vili" e la creazione della pietra filosofale, sono intimamente connessi: infatti la pietra filosofale (chiamata anche "donum dei"), se creata, sarebbe in grado di trasmutare i metalli in oro. Ma questo sarebbe un effetto secondario della pietra, che ha proprietà che sono meno conosciute: essa, infatti, se disciolta in un liquido alcolico, produrebbe il così detto "oro liquido" (così chiamato per il suo colore), che se bevuto sarebbe in grado di curare ogni malattia e donare l'immortalità. Inoltre donerebbe il potere dell'omniscienza (ovvero il potere di conoscere il bene, il male, e il futuro).

Anche se la chimica non è propriamente lo sviluppo dell'alchimia, esse hanno in comune molte cose: fu l'alchimia a lasciare una ricchissima eredità in fatto di strumenti e esperienze alla chimica moderna, entrambi usavano il metodo scientifico (anche se quello alchemico era rudimentale e incentrato sulla magia e sull'esoterismo) ed entrambi avevano lo scopo di "migliorare" la vita degli uomini. Oggi la chimica non ha quasi più nulla dell'alchimia (fatta eccezione per strumenti usati in laboratorio).

Adesso citerò alcuni dei principali termini dell'alchimia (ne metterò il più possibile):
-acqua: uno dei quattro elementi di cui è composto la materia (ma non ha niente a che fare con l'acqua comune)
-affinaggio: un processo che viene usato per eliminare le impurità dai metalli (in particolare oro e argento)
-alludel: una serie di vasi sovrapposti e comunicanti fra loro usati per la sublimazione lenta
-angelo: indica la sublimazione di un materiale
-argento dei saggi: corrisponde al mercurio
-athanor: è un forno a riverbero
-camera: indica l'uovo mistico, dove sono presenti zolfo e mercurio
-coobazione: l'atto di mettere lo spirito metallico distillato sul suo residuo
-crisopea: la pietra filosofale, ovvere la grande opera perfetta realizzata
-deflegmare: la separazione dell'acqua dai corpi in cui è presente, per evaporazione o distillazione
-falce: simbolo del fuoco
-fuoco segreto: lo spirito universale chiuso nelle tenebre metalliche
-oro dei saggi: corrisponde allo zolfo filosofico
-quadrato: simbolo dei quattro elemnti
-rebis: un risultato dell'amalgama dell'oro dei saggi
-salamandra: simbolo del fuoco
-triangolo: simbolo dei tre principali elementi costitutivi dei metalli, sale zolfo e mercurio.

Per chiudere qesto post, riporterò l'abbinamento che gli alchimisti facevano fra pianeti (quelli noti allora) ed elementi:
- il sole è associato all'oro
- la luna è associata all'argento
- mercurio è associato all'omonimo elemento chimico
- venere è associata al rame
- marte invece è associata al ferro
- giove è associato allo stagno
- saturno è associato al piombo

giovedì 25 aprile 2013

La chimica nel mondo

In questo breve post metterò alcune traduzioni del termine chimica nel mondo (sarebbe quasi impossibile metterle tutte), una piccola curiosità che ho dimenticato di mettere in precedenza.

italiano: Chimica
inglese: Chemistry
francese: Chimie
greco: χημεία
spagnolo: Química
tedesco: Chemie
latino: Chemiae
arabo: كيمياء
cinese: 化学
esperanto: kemio
russo: химия
turco: kimya
ungherese: kémia
albanese: kimi
yiddish: כעמיע
vietnamita: hóa học

Ho cercato di mettere anche lingue non molto conosciute, spero vi sia piaciuto.
 
       

         

lunedì 15 aprile 2013

La chimica e gli inchiostri

Fin dai tempi più antichi veniva usato l'inchiostro per scrivere prima su fogli di papiro, poi su pergamene e in fine sulla carta che noi oggi conosciamo. Come i supporti alla scrittura si sono modificati e specializzati nel tempo, anche gli inchiostri si sono modificati e migliorati.
In questo post cercherò di parlare dell'aspetto chimico degli inchiostri, soffermandomi soppratutto sugli inchiostri usati nel medioevo.

I primi inchiostri furono usati in Egitto ed in Cina e venivano ottenuti facendo bruciare olii o carbone; il residuo di questo processo (nerofumo) era il pigmento usato per dare la colorazione all'inchiostro. Poichè l'inchiostro doveva rimanere sul supporto usato per scrivere bisognava renderlo più viscoso: per questa ragione veniva miscelato il pigmento ottenuto con acqua e una resina (in paricolare la gomma arabica, ottenuta dall'acacia). In seguito, in Cina furono usati inchistri usando resina di alberi e insetti pressati, ottenendo un inchiostro di colore rossiccio.
Intorno al IV-V secolo dopo Cristo, in cina fu modificato il procedimento per ottenere l'inchiostro nero. Fino a quel momento, infatti, venivano presi direttamente i residui della combustione degli olii o del carbone; invece, da questo periodo, veniva preso il residuo del fumo che si produceva nella combustione: in particolare, la combustione era fatta avvenire sotto un imbuto che convogliava il fumo su di un supporto dal quale veniva poi raschiato via e miscelato con acqua e gomma arabica. Il composto ottenuto veniva poi modellato in bastoncini. Questo inchiostro fu poi esportato in occidente col nome di inchiostro di china
In occidente era usato l'inchiostro ferrogallico, che si otteneva usando le galle di quercia (una protuberanza presente sui tronchi, sui rami e a volte sulle foglie delle quercie; queste galle sono ricche di acido tannico). Per ottenere l'inchistro ferrogallico si usavano le galle, il vetriolo (solfato di ferro), resine e acqua. Poichè le galle erano ricche di acido tannico, ma per il pigmento serviva l'acido gallico, le galle erano macerate e lasciate fermentare per 2/3 giorni: queste galle rilasciavano un enzima, l'enzima tannasi, che convertiva attraverso una reazione enzimatica acido gallico e glucosio
reazione di produzione dell'acido gallico dall'acido gallotannico

In seguito l'acido gallico reagisce con gli ioni ferrosi producendo il gallato ferroso. che ossidandosi produce acqua e pirogallatoferrico (che dà effettivamente il colore nero)
ossidoriduzione fra acido gallico e ioni ferrosi
ossidazione del gallato ferroso

Con l'avvento della stampa a caratteri mobili (1450 circa) gli inchiostri fino ad allora usati non erano più adatti e fu quindi necessario variare la composizione: Al posto dell'acqua, come solvente veniva usata l' essenza di trementina e l' olio di lino come legante per i vari pigmenti.
In seguito verranno poi inventate le vernici e gli inchiostri sintetici, di cui spero di parlare in un futuro post.


lunedì 1 aprile 2013

Cos'è la chimica?

Volevo fare una brevissima infarinatura su che cos'è la chimica. Spero non vi annoierà.

"Chimica: scienza che studia la materia nelle sue varie specie, ne indaga la struttura, la composizione, le proprietà e interpreta i fenomeni per cui le sostanze si trasformano in altre, oltre alle leggi che descrivono tali fenomeni e le manifestazioni energetiche che li accompagnano." 
Da "L'universale Le Garzantine" ed. 2005 

La chimica è la scienza, o più precisamente quella branca delle scienze naturali, che studia la composizione della materia ed il suo comportamento in base a tale composizione.
Da "Wikipedia, l'enciclopedia Libera"
 
L'origine del nome "chimica" non è certa; qualcuno ipotizza che derivi dal greco antico χέω (che significa versare, χύνω in greco moderno), altri invece ipotizzino che derivi dal nome kemà, che era il libro dei segreti dell'arte egizia. Da quest'ultimo termine deriverà poi anche il termine alchimia (dall' arabo al kimiaa)

Adesso invece volevo elencare alcune citazioni sulla chimica:


"Per me la chimica rappresentava una nuvola indefinita di potenze future, che avvolgeva il mio avvenire in nere volute lacerate da bagliori di fuoco, simile a quella che occultava il monte Sinai. Come Mosè, da quella nuvola attendevo la mia legge, l'ordine in me, attorno a me e nel mondo"

Da "Il sistema Periodico" di Primo Levi pag. 23
 
" Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma."
 
Antoine Lavoisier
 
"  L’atomo è formato da due parti: il nucleo, che sta al centro, e una particella che gli gira vorticosamente intorno: la periferia di Pordenone."
 
Enrico Fermi
 

venerdì 29 marzo 2013

L' ABC della chimica

Qui di seguito è riportato un  abbecedario dei termini connessi alla chimica,  che spero di riuscire a trattare nel corso dei mesi. Spero mi perdonerete se non riuscirò a trattarli tutti.

Alchimia
Bronzo
Coloranti
Datazione al C14
Elettrochimica
Fusione
Gas
H
Inchiostri
Leghe
Metalli
Nitroglicerina
Oro
Polimeri
Quark
Reazioni
Silicio
Termochimica
Uranio
Vetro
Zincatura
Questo blog trarrà spunto da "Il Sistema Periodico" di Primo Levi (Torino, 31 luglio 1919 - Torino, 11 aprile 1987) per cercare collegamenti fra la chimica e la tecnologia.

 
 
Oltre a questo romanzo, il blog sarà supportato anche dal libro di testo del professor Vittorio Marchis "Storia delle Macchine"
 


sabato 23 marzo 2013

Che la reazione abbia inizio

Vi dò il benvenuto su questo blog.

Essendo interessato alla chimica, in questo blog verrà trattato il rapporto fra tecnologia e chimica nel corso dei secoli. Nel corso dei mesi il blog sarà arricchito di immagini, riferimenti a libri e documenti e, chissà, anche video e musiche.

Spero che questo blog vi incuriosica e vi porti a interessarvi di questi due campi che sono intimamente connessi fra loro.

Buona Lettura.

Daniele