Mercoledì il professore ci ha fatto ascoltare delle melodie prodotte dalla chimica (le prime due melodie) e le melodie successive invece erano melodie atte ad enfatizzare i valori esoterici di questa scienza. Per comodità ho posto i link di alcune di queste melodie, spero vi piaceranno.
rane chimiche
vento chimico
alchimia_1
alchimia_2
alchimia_3
alchimia_4
alchimia_5
alchimia_6
alchimia_7
alchimia_8
alchimia_9
venerdì 31 maggio 2013
L'elettrochimica
In questo post tratterò il processo chimico che si cela dietro una branca della chimica nata tra la fine del 700' e l'inizio del 800': l'elettrochimica.
Come detto essa è una branca della chimica e della fisica che si interessa del rapporto che esiste fra energia elettrica ed energia chimica. Il dispositivo principe dell'elettrochimica è la pila:
Essa è un dispositivo inventato da Alessandro Volta nel 1799, che era formata da una pila di dischi di zinco e rame alternati ad un disco imbevuto di una soluzione salina. Fu però grazie a Luigi Galvani che Volta si interessò a questi fenomeni: infatti Galvani aveva eseguito esperimenti sulle rane, sostenendo che l'elettricità fosse un fenomeno con origini solo biologiche.
Una pila, in generale, è composta da due elettrodi (nella maggior parte dei casi allo stato solido, come ad esempio barrette di metallo) che sono collegati attraverso un collegamento elettrico (che permette il passaggio di elettroni). I due elettrodi (chiamati anodo quello con carica negativa e catodo quello con carica positiva) sono immersi in due diverse soluzioni elettrolitiche (composte dagli ioni dell'elettrodo, come ad esempio sbarretta di rame in soluzione di ioni rame) e queste soluzioni (che sono in due contenitori divisi, dette celle) sono collegate attraverso un setto poroso con all' interno una sostanza che dissociandosi evita il cortocircuito della pila (detto ponte salino). Questa pila funziona con una reazione chimica, chiamata di ossido-riduzione (o redox): essa consiste in uno passaggio di elettroni da una sostanza all'altra (con variazione del numero di ossidazione), che si trasferiscono dalla sostanza che si ossida a quella che si riduce. La reazione netta della pila presentata nella figura è:
Portale elettrochimica di Wikipedia
Elettrochimica nell'enciclopedia Treccani
la copertina di un libro di elettrochimica del 1907 |
"Alle soglie del XIX secolo Alessandro Volta costruisce la pila, gettando le basi dell'elettrochimica: è, all' epoca, difficile scorgere in questa nuova branca della fisica la presenza degli stessi principi di conservazione e non generazione spontanea dell'energia. La corrente elettrica, generata dalla reazione dell'elettrolito a contatto con gli elettrodi, a lungo viene ritenuta inesauribile. E' un' eccezione che nel 1832 il chimico Roget affermi nel suo Galvanism affermi che "tutte le sorgenti di potenza e di moto, quando producono il loro effetto, esauriscano le risorse da cui detti effetti sono prodotti", generalizzando così l'impossibilita di qualsiasi moto perpetuo"
Vittorio MARCHIS, Storia delle Macchine, Editori LaTerza : Roma-Bari, 2005
Appunti originali di A. Volta con schema della sua pila |
schema di una pila Daniell |
Queste reazioni, però, avvengono solo se la differenza di potenziale tra i due elettrodi è abbastanza elevata, in base ad una scala dei potenziali dei potenziali di riduzione standard (25°C e 1 atm) rispetto ad un elettrodo preso come standard (quindi potenziale 0.0 V), che è l'elettrodo ad idrogeno.
potenziali di riduzione standard di alcuni metalli |
Vi metto un paio link e qualche video che renderanno più completo il mio post, che per motivi pratici non poteva essere completo:Portale elettrochimica di Wikipedia
Elettrochimica nell'enciclopedia Treccani
domenica 26 maggio 2013
La chimica in grafico
In questo post inserirò alcuni grafici che si riferiscono ancora ad alcuni elementi chimici o composti chimici.
produzione di uranio di diversi paesi negli ultimi 10 anni |
tonnellate di elementi introdotti nell'organismo a livello mondiale |
aumento della CO2 dovuta all'effetto serra |
Chimica e cartografia
In questo post metterò alcune mappe rappresentanti la concentrazione di alcuni elementi chimici nel mondo o in alcune sue parti.
Probabilità globale di contaminazione da cloro geogenico |
rischio di contaminazione da nitrati nelle falde acquifere americane (1970-1995) |
concentrazione di uranio in America (in parti per milione ppm) |
concetrazione radon nella case italiane (in Bequerel per metro cubo) |
sabato 25 maggio 2013
Il caso nella chimica: il primo colorante sintetico
In questo post parlerò di come fu scoperto il primo colorante sintetico. Come si può intuire dal titolo, esso fu frutto del caso, infatti il suo scopritore voleva trovare un metodo per produrre il chinino in modo sintetico per curare la malaria.
Questo chimico era Sir William Henry Perkin (Londra 1838, Sudbury 1907). Iniziò a fare i primi esperimenti chimici all'età di 13 anni e all'età di 17 divenne assistente del famoso chimico August Wilhelm von Hofmann al Royal college of chemistry di Londra.
Come detto sopra, il suo scopo iniziale era quello di produrre il chinino in modo artificiale, visti gli elevati costi di produzione ed estrazione. Così decise di provare ad estrarlo dal catrame di carbon fossile, ottenendo però solo una sostanza vischiosa di colore bluastra. Invece di gettarla via, decise di sottoporla ad estrazione tramite alcool, ottenendo una soluzione di colore fucsia dovuto alla presenza di anilina: aveva inventato il primo colorante sintetico.
Visto che in quel periodo c'era un fiorente mercato delle stoffe colorate (dovuto alla passione per le stoffe colorate della regina Vittoria), Perkin decise di studiare un modo per produrre questo colorante su larga scala e in modo economico. Poiché nel catrame di carbon fossile era presenta solo una piccola quantità di anilina, decise di estrarre per prima cosa il benzene dal catrame e poi trasformarlo in anilina tramite una nitrazione con acido nitrico e in seguito ridurre il nitrobenzene tramite acido cloridrico (ma sono possibili altre vie).
Grazie a questa scoperta, fu rivoluzionata l'industria tessile e la moda dell'epoca, e da allora i vestiti tinti divennero accessibili anche alle classi meno abbienti.
Se volete approfondire l'argomento, vi consiglio di leggere il seguente libro:
Simon GARFIELD, "Il malva di Perkin. Storia del colore che ha cambiato il mondo" traduzione a cura di A. Antonini, Milano : Garzanti Libri, 2002.
William Henry Perkin |
Come detto sopra, il suo scopo iniziale era quello di produrre il chinino in modo artificiale, visti gli elevati costi di produzione ed estrazione. Così decise di provare ad estrarlo dal catrame di carbon fossile, ottenendo però solo una sostanza vischiosa di colore bluastra. Invece di gettarla via, decise di sottoporla ad estrazione tramite alcool, ottenendo una soluzione di colore fucsia dovuto alla presenza di anilina: aveva inventato il primo colorante sintetico.
Visto che in quel periodo c'era un fiorente mercato delle stoffe colorate (dovuto alla passione per le stoffe colorate della regina Vittoria), Perkin decise di studiare un modo per produrre questo colorante su larga scala e in modo economico. Poiché nel catrame di carbon fossile era presenta solo una piccola quantità di anilina, decise di estrarre per prima cosa il benzene dal catrame e poi trasformarlo in anilina tramite una nitrazione con acido nitrico e in seguito ridurre il nitrobenzene tramite acido cloridrico (ma sono possibili altre vie).
reazione di produzione dell'anilina |
Se volete approfondire l'argomento, vi consiglio di leggere il seguente libro:
Simon GARFIELD, "Il malva di Perkin. Storia del colore che ha cambiato il mondo" traduzione a cura di A. Antonini, Milano : Garzanti Libri, 2002.
Cronolgia della chimica
In questo brevissimo post vi metterò il link ad un' interessante cronologia della chimica dalle origini fino ad oggi. Spero sia di vostro gradimento:
Il linguaggio dei simboli
Come in molti campi, anche ( e soprattutto) nella chimica, essi sono di fondamentale importanza per saper utilizzare i diversi reagenti in maniera sicura. In questo post ne metterò alcuni, dandovi di ognuno il significato.
L'ultimo simbolo che posto è stato introdotto NFPA (National Fire Protection Association) per sapere quanto sono pericolose le sostanze chimiche. Esso è detto NFPA 704 o "diamante di fuoco"
alcuni simboli di pericolo presenti sui contenitori dei reagenti |
|
NFPA 704 con spiegazione dei simboli usati |
venerdì 24 maggio 2013
un po' di revanscismo piemontese
In questo post vorrei parlare di un chimico piemontese del XIX secolo, Ascanio Sobrero, di cui farò una breve biografia.
Sobrero nasce a Casale Monferrato il 12 ottobre 1812 e si laurea in medicina a Torino.
Dall'età di 28 anni si reca in vari laboratori
francesi e tedeschi dove si interessa al comportamento del acido nitrico sui corpi organici. Tornato a Torino scoprì la nitromannite (1846) e la vixorite (nome dato in seguito da Alfred Nobel). Nel 1847 scoprì la nitroglicerina. Studiò questa sostanza e scoprì che, usata in piccole dosi in soluzioni alcoliche, era in grado di curare l'angina pectoris e l'emicrania. Nel 1866 Nobel trovo il modo di usare la potenza esplosiva della nitroglicerina creando la dinamite, e in seguito la balistite (4 volte più potente della polvere da sparo).
Fino alla morte (avvenuta il 26 maggio del 1888 a Torino) Sobrero prese le distanze dagli sviluppi inaspettati della sua scoperta (lui intendeva usarla in ambito civile per facilitare il lavoro di escavazione dei trafori e delle gallerie delle miniere), dicendo che :
Sobrero nasce a Casale Monferrato il 12 ottobre 1812 e si laurea in medicina a Torino.
Ascanio Sobrero |
francesi e tedeschi dove si interessa al comportamento del acido nitrico sui corpi organici. Tornato a Torino scoprì la nitromannite (1846) e la vixorite (nome dato in seguito da Alfred Nobel). Nel 1847 scoprì la nitroglicerina. Studiò questa sostanza e scoprì che, usata in piccole dosi in soluzioni alcoliche, era in grado di curare l'angina pectoris e l'emicrania. Nel 1866 Nobel trovo il modo di usare la potenza esplosiva della nitroglicerina creando la dinamite, e in seguito la balistite (4 volte più potente della polvere da sparo).
Fino alla morte (avvenuta il 26 maggio del 1888 a Torino) Sobrero prese le distanze dagli sviluppi inaspettati della sua scoperta (lui intendeva usarla in ambito civile per facilitare il lavoro di escavazione dei trafori e delle gallerie delle miniere), dicendo che :
"non è il mezzo usato dall’uomo al servizio della sua cattiveria da Caino in poi che va condannato, ma la cattiveria stessa dell’animo umano"
formula della nitromannite |
formula della nitroglicerina |
giovedì 23 maggio 2013
La chimica fa arte.
Oggi mentre stavo facendo una pausa tra una lezione e l'altra, ho navigato un po' e ho trovato una "scultura" fatta con oggetti usati in chimica, che in questo caso hanno tutto un altro scopo, quello di fare arte.
Perciò ho deciso di metterla in questo post come "capolavoro della chimica".
Perciò ho deciso di metterla in questo post come "capolavoro della chimica".
martedì 21 maggio 2013
L'alchimia dal medioevo ad oggi
In questo post concludo la storia dell'alchimia (che sicuramente sarà carente su molti aspetti), di cui ho cercato di evidenziare le principali tappe.
A differenza della cultura occidentale, quella araba era più aperta alle innovazioni e alle novità.
Quando giunsero ad Alessadria, trovarono un' alchimia che aveva poco di pratico e molto di esoterico. Essi, riportarono l'alchimia ad un livello più pratico: essi furono i primi a cercare di classificare le varie reazioni, descrivendo i vari procedimenti e migliorando le tecniche di purificazione.
Migliorarono anche le tecniche di produzione di pietre preziose, vetri, saponi, oli e inchiostri.
Tra i principali personaggi dell'alchimia araba sono:
- Geber, che si dedico ai meccanismi delle reazioni e allo sviluppo di nuovi metodi chimici. Migliorò le tecniche di filtrazione, distillazione, sublimazione e evaporazione delle sostanze e gli viene attribuita l'invenzione dell'alambicco. Divise le sostanze in base alle loro proprietà in 3 categorie:
- Avicenna, anch'esso medico, nonché filosofo, matematico e astronomo. Scrisse molti trattati, di cui forse il più famoso è il "Canone di Medicina", opera rimasta insuperata fino alle soglie del 500'. Egli fu il primo a negare la possibilità di trasformare i metalli "vili" in oro. Fu il primo a ad affermare che le sostanze quando si combinano fra loro non cambiano le loro caratteristiche.
Come detto nel precedente post, la chiesa osteggiava la lettura e la diffusione di testi considerati eretici, ma ciò nonostante nei monasteri i monaci copiavano ogni sorta di testo (compresi quelli alchemici). Con l'arrivo delle prime università (nel XII secolo d.C.) si cominciarono a studiare anche testi tradotti dall' arabo.
I principali personaggi di quest' epoca sono:
- Ruggero Bacone, monaco francescano che aveva studiato ad Oxford, era convinto che gli esperimenti alchemici fossero finalizzati ad appoggiare le teorie che si ricavavano dalla Bibbia. Condusse anche un certo numero di esperimenti alchemici, e anche lui credeva che l'alchimia dovesse essere usata per allungare la vita degli uomini. Inventò anche una formula per la polvere da sparo.
-Raimondo Lullo, era un teologo e filosofo che credeva che si potesse tramutare il metallo vile in oro con la pietra filosofale. I suoi scritti sono molto oscuri a causa dell'utilizzo massiccio di allegorie.
In questo periodo gli alchimisti operavano di nascosto per evitare ritorsioni e persecuzioni da parte della chiesa (che credeva che i loro "poteri" fossero conferiti dal demonio).
Tra il 400' e il 500' in cocomitanza della alchimia, che cambiò il suo scopo primario dalla trasmutazione dei metalli alla cura delle persone. Il principale esponente fu Paracelso *.
Lui fondava la medicina su 4 pilastri:
1)filosofia, che serve ad indagare la natura invisibile
2)l'astrologia per verificare le influenze dei vari pianeti
3)l'alchimia, per preparare le cure
4)l'etica, cioè l'onesta del medico
Termino il post, elencando semplicemente alcuni degli alchimisti dei secoli successivi:
-Andeas Libau
-Jean Baptist Van Helmont
- Angelo Sala
-Johann Rudolf Glauber
-Francesco Dubois
-Otto Tachenius
*P. Meier, Paracelso. Medico e profeta, Salerno Editrice, Roma (2000)
A differenza della cultura occidentale, quella araba era più aperta alle innovazioni e alle novità.
Quando giunsero ad Alessadria, trovarono un' alchimia che aveva poco di pratico e molto di esoterico. Essi, riportarono l'alchimia ad un livello più pratico: essi furono i primi a cercare di classificare le varie reazioni, descrivendo i vari procedimenti e migliorando le tecniche di purificazione.
Migliorarono anche le tecniche di produzione di pietre preziose, vetri, saponi, oli e inchiostri.
Tra i principali personaggi dell'alchimia araba sono:
- Geber, che si dedico ai meccanismi delle reazioni e allo sviluppo di nuovi metodi chimici. Migliorò le tecniche di filtrazione, distillazione, sublimazione e evaporazione delle sostanze e gli viene attribuita l'invenzione dell'alambicco. Divise le sostanze in base alle loro proprietà in 3 categorie:
- spiriti, che vaporizzano molto velocemente a causa del riscaldamento
- corpi metallici, ovvero i metalli
- corpi, sostanze facilmente polverizzabili
- corpi, comprendenti tutti i metalli eccetto il mercurio
- pietre, che si spezzano se urtati in maniera violenta
- vetrioli, solubili e corrosivi
- boraci, ovvero solidi fusibili
- sali, che si sciolgono in acqua
- spiriti, che volatizzano a contatto con le fiamme.
- Avicenna, anch'esso medico, nonché filosofo, matematico e astronomo. Scrisse molti trattati, di cui forse il più famoso è il "Canone di Medicina", opera rimasta insuperata fino alle soglie del 500'. Egli fu il primo a negare la possibilità di trasformare i metalli "vili" in oro. Fu il primo a ad affermare che le sostanze quando si combinano fra loro non cambiano le loro caratteristiche.
Come detto nel precedente post, la chiesa osteggiava la lettura e la diffusione di testi considerati eretici, ma ciò nonostante nei monasteri i monaci copiavano ogni sorta di testo (compresi quelli alchemici). Con l'arrivo delle prime università (nel XII secolo d.C.) si cominciarono a studiare anche testi tradotti dall' arabo.
I principali personaggi di quest' epoca sono:
- Ruggero Bacone, monaco francescano che aveva studiato ad Oxford, era convinto che gli esperimenti alchemici fossero finalizzati ad appoggiare le teorie che si ricavavano dalla Bibbia. Condusse anche un certo numero di esperimenti alchemici, e anche lui credeva che l'alchimia dovesse essere usata per allungare la vita degli uomini. Inventò anche una formula per la polvere da sparo.
-Raimondo Lullo, era un teologo e filosofo che credeva che si potesse tramutare il metallo vile in oro con la pietra filosofale. I suoi scritti sono molto oscuri a causa dell'utilizzo massiccio di allegorie.
In questo periodo gli alchimisti operavano di nascosto per evitare ritorsioni e persecuzioni da parte della chiesa (che credeva che i loro "poteri" fossero conferiti dal demonio).
Tra il 400' e il 500' in cocomitanza della alchimia, che cambiò il suo scopo primario dalla trasmutazione dei metalli alla cura delle persone. Il principale esponente fu Paracelso *.
Lui fondava la medicina su 4 pilastri:
1)filosofia, che serve ad indagare la natura invisibile
2)l'astrologia per verificare le influenze dei vari pianeti
3)l'alchimia, per preparare le cure
4)l'etica, cioè l'onesta del medico
Termino il post, elencando semplicemente alcuni degli alchimisti dei secoli successivi:
-Andeas Libau
-Jean Baptist Van Helmont
- Angelo Sala
-Johann Rudolf Glauber
-Francesco Dubois
-Otto Tachenius
*P. Meier, Paracelso. Medico e profeta, Salerno Editrice, Roma (2000)
giovedì 16 maggio 2013
L'alchimia nel periodo greco-romano
In questo post continuo la breve storia dell'alchimia partendo dalla Grecia e arrivando al periodo romano.
In Grecia si sviluppo l'arte alchemica tra il I e il IV secolo d.C. circa, e essi erano interessati a due principali settori:
- la manipolazione dei metalli (oro e argento in particolare)
- tecniche legate all'artigianato (ad esempio tecniche e ricette per tingere di porpora i tessuti o ricette per la creazione di perle e pietre preziose)
In questo periodo, inoltre, gli alchimisti si differenziavano in due tipi:
- quelli pratici che preferivano l'osservazione e la pratica nello svolgere i loro esperimenti. Essi studiavano i fenomeni e cercavano di riprodurli, ed è grazie a ciò che avvennero delle scoperte (ad esempio sostanze prima ignote) oppure dei miglioramenti negli strumenti usati.
- quelli mistici, che invece si facevano guidare soprattutto da credenze astrologiche e mitologiche.
Entrambi, però, caricarono di forti simbolismi i testi alchemici che scrivevano, rendendo così molto difficile (se non impossibile, a volte) la ripetizione dell'esperimento.
In questo periodo furono scritti molti testi alchemici (e tradotti quelli preesistenti): il primo testo greco è databile nel 280 d.C. circa ("Physica et Mystia"), scritto da Democrito. Poi molti furono i papiri scritti in greco, fra cui il "X Papiro di Leida".
Di questo periodo è impossibile dimenticare il personaggio più famoso dell'alchimia: Ermete Trismegisto (cioè, tre volte grande), di cui però l'esistenza non è mai stata provata. La sua opera più famosa è "La Tavola Smeraldina"
Con l'arrivo dell'impero romano in Grecia, l'alchimia inizio il suo declino inesorabile: inizialmente gli imperatori decisero di limitarne la diffusione per paura che l'oro che volevano produrre inficiasse sulle entrate e sulle uscite dell'impero. In seguito Diocleziano fece distruggere tutti i testi alchemici che gli vennero fra le mani. Le cose non cambiarono dopo il 313, anno in cui i cristiani ottennero la libertà di professare il loro culto, continuarono l'opera iniziata dai romani.
Con la caduta dell'impero romano, la cultura alchemica (o perlomeno, ciò che ne rimaneva), fu preservata da alcuni autori latini (azione iniziata da Plinio il Vecchio, secoli prima). Quest' opera fu continuata più che altro ad oriente, nell'impero bizantino, mentre nell'occidente si stava già consolidando la gerarchia della chiesa cattolica. In questo periodo non fu però operata nessuna aggiunta nella cultura alchemica, che fu soltanto copiata dagli autori di questo periodo.
In Grecia si sviluppo l'arte alchemica tra il I e il IV secolo d.C. circa, e essi erano interessati a due principali settori:
- la manipolazione dei metalli (oro e argento in particolare)
- tecniche legate all'artigianato (ad esempio tecniche e ricette per tingere di porpora i tessuti o ricette per la creazione di perle e pietre preziose)
In questo periodo, inoltre, gli alchimisti si differenziavano in due tipi:
- quelli pratici che preferivano l'osservazione e la pratica nello svolgere i loro esperimenti. Essi studiavano i fenomeni e cercavano di riprodurli, ed è grazie a ciò che avvennero delle scoperte (ad esempio sostanze prima ignote) oppure dei miglioramenti negli strumenti usati.
- quelli mistici, che invece si facevano guidare soprattutto da credenze astrologiche e mitologiche.
Entrambi, però, caricarono di forti simbolismi i testi alchemici che scrivevano, rendendo così molto difficile (se non impossibile, a volte) la ripetizione dell'esperimento.
In questo periodo furono scritti molti testi alchemici (e tradotti quelli preesistenti): il primo testo greco è databile nel 280 d.C. circa ("Physica et Mystia"), scritto da Democrito. Poi molti furono i papiri scritti in greco, fra cui il "X Papiro di Leida".
Di questo periodo è impossibile dimenticare il personaggio più famoso dell'alchimia: Ermete Trismegisto (cioè, tre volte grande), di cui però l'esistenza non è mai stata provata. La sua opera più famosa è "La Tavola Smeraldina"
Con l'arrivo dell'impero romano in Grecia, l'alchimia inizio il suo declino inesorabile: inizialmente gli imperatori decisero di limitarne la diffusione per paura che l'oro che volevano produrre inficiasse sulle entrate e sulle uscite dell'impero. In seguito Diocleziano fece distruggere tutti i testi alchemici che gli vennero fra le mani. Le cose non cambiarono dopo il 313, anno in cui i cristiani ottennero la libertà di professare il loro culto, continuarono l'opera iniziata dai romani.
Con la caduta dell'impero romano, la cultura alchemica (o perlomeno, ciò che ne rimaneva), fu preservata da alcuni autori latini (azione iniziata da Plinio il Vecchio, secoli prima). Quest' opera fu continuata più che altro ad oriente, nell'impero bizantino, mentre nell'occidente si stava già consolidando la gerarchia della chiesa cattolica. In questo periodo non fu però operata nessuna aggiunta nella cultura alchemica, che fu soltanto copiata dagli autori di questo periodo.
mercoledì 8 maggio 2013
L'alchimia: dalla cina all'india
In questo post (e nei seguenti) parlerò brevemente (almeno, cercherò di esserlo) della storia dell'alchimia e di eventuali personaggi di spicco del periodo trattato. Logicamente non riuscirò a trattare in modo completo e approfondito la storia dell'alchimia, viste le sue antichissime origini.
Come potete intuire dal titolo faremo un viaggio nell'alchimia cinese e indiana, dove ci sono stati i primi segni della presenza dell'alchimia.
I primi esempi di alchimia si possono trovare in Cina, in particolar modo nella filosofia taoista. Essi pensavano che, essendo l'oro incorruttibile, bevendolo esso avrebbe donato l'immortalità e l'eterna salute. Così cominciarono a produrre il così detto "oro potabile", e per queste ricerche venivano finanziate gli stessi imperatori. Gli imperatori cominciarono così a ingerire pillole di mercurio trasmutato in oro ( ma che mercurio rimaneva) causandone così la morte per avvelenamento da mercurio. Dunque l'alchimia cinese era incentrata sulla cura degli uomini. Ad esempio, per eseguire otturazioni dentarie usavano un miscuglio di mercurio e stagno.
Sull'alchimia indiana sarò ancora più breve. Essa, come quella cinese, era incentrata sull'aspetto medico piuttosto che sull'aspetto della trasmutazione dei metalli. Essi producevano molti farmaci a base di erbe medicinali e anche loro cercavano il famoso "oro potabile" e usavano alcool come analgesico e alcali caustici per cicatrizzare le ferite. In alcuni scritti buddisti del II-V secolo d.C. si parla di trasmutazione dei metalli in oro.
Vi metto qui alcuni libri e (se riesco) i link ad alcuni di essi.
"alchimia cinese. La ricerca taoista dell'immortali" di J.C. Copper
"Le immortali dell'antica Cina" di Catherine Despeux
"Alchimia indiana" di S. Mahdihassan
"Alchimia indiana. La trasmutazione dell'uomo e dei metalli" di Narayânaswami Aiyar
Come potete intuire dal titolo faremo un viaggio nell'alchimia cinese e indiana, dove ci sono stati i primi segni della presenza dell'alchimia.
I primi esempi di alchimia si possono trovare in Cina, in particolar modo nella filosofia taoista. Essi pensavano che, essendo l'oro incorruttibile, bevendolo esso avrebbe donato l'immortalità e l'eterna salute. Così cominciarono a produrre il così detto "oro potabile", e per queste ricerche venivano finanziate gli stessi imperatori. Gli imperatori cominciarono così a ingerire pillole di mercurio trasmutato in oro ( ma che mercurio rimaneva) causandone così la morte per avvelenamento da mercurio. Dunque l'alchimia cinese era incentrata sulla cura degli uomini. Ad esempio, per eseguire otturazioni dentarie usavano un miscuglio di mercurio e stagno.
Sull'alchimia indiana sarò ancora più breve. Essa, come quella cinese, era incentrata sull'aspetto medico piuttosto che sull'aspetto della trasmutazione dei metalli. Essi producevano molti farmaci a base di erbe medicinali e anche loro cercavano il famoso "oro potabile" e usavano alcool come analgesico e alcali caustici per cicatrizzare le ferite. In alcuni scritti buddisti del II-V secolo d.C. si parla di trasmutazione dei metalli in oro.
Vi metto qui alcuni libri e (se riesco) i link ad alcuni di essi.
"alchimia cinese. La ricerca taoista dell'immortali" di J.C. Copper
"Le immortali dell'antica Cina" di Catherine Despeux
"Alchimia indiana" di S. Mahdihassan
"Alchimia indiana. La trasmutazione dell'uomo e dei metalli" di Narayânaswami Aiyar
giovedì 2 maggio 2013
Elementi chimici: dall'antichità ai giorni nostri
In questo post, mi dedicherò a fare una cronologia dei vari elementi naturali oggi conosciuti, dando di ognuno una brevissima descrizione.
Partiamo dall'antichità. In questo "periodo" erano noti i seguenti elementi:
Dobbiamo aspettare altri 200 anni per avere altri elementi:
tavola periodica dinamica
cronologia della chimica dall'anno 1000 ad oggi
cronologia elementi con approfondimenti
Partiamo dall'antichità. In questo "periodo" erano noti i seguenti elementi:
- rame (il cui nome deriva dal latino "aramen", mentre il simbolo deriva dal nome introdotto dopo da Plinio "cuprum", simbolo Cu)
- oro (il cui nome e simbolo derivano dal nome latino "aurum", simbolo Au)
- argento ( anche il suo nome deriva dal latino "Argentum", simbolo Ag)
- carbonio ( Il suo nome deriva dal latino "carbo", simbolo C)
- zolfo ( il nome deriva dal latino "sulphur", simbolo S)
- stagno ( il nome deriva dal latino "stannum", simbolo Sn)
- piombo (il nome deriva dal latino "plumbum", simbolo Pb)
- mercurio ( il nome deriva dal greco hydrargyros, da cui il simbolo Hg)
- ferro ( il nome deriva dal latino "ferrum", simbolo Fe)
Dobbiamo aspettare altri 200 anni per avere altri elementi:
- 1969 fosforo (dal greco "phosphoros" , simbolo P)
- 1737 cobalto (dal greco "kobalos", simbolo Co)
- 1748 platino ( dallo spagnolo "platina", simbolo Pt)
- 1751 nichel ( dallo svedese "nickel", simbolo Ni)
- 1753 bismuto ( dal nome latinizzato "bisemutum", simbolo Bi)
- 1776 idrogeno ( dal greco "hydor", simbolo H)
- 1772 azoto (dal francese "nitrogène", simbolo N)
- 1774 cloro (dal greco "chloròs", simbolo Cl), manganese (dal latino magnes, simbolo Mn) e ossigeno (dal greco "oxys", simbolo O)
- 1782 molibdeno (dal greco "molybdos", simbolo Mo)
- 1783 tellurio ( dal latino "telluris", simbolo Te) e tungsteno (dallo svedese "tung sten", simbolo W)
- 1789 uranio ( il nome deriva dal pianeta urano, simbolo U) e zirconio (dall'arabo "zarkùn", simbolo Zr)
- 1791 titanio ( dal latino "Titanus", simbolo Ti1)
- 1794 ittirio (dal villaggio svedese "Ytterby" dove fu scoperto, simbolo Y)
- 1797 berilio (dal greco "beryllos", simbolo Be)
- 1798 cromo (dal greco cromos, simbolo Cr)
- 1801 vanadio (dal nome della dea Vanadis, simbolo V) e niobio (dal nome della figura mitologica Niobe, figlia di Tantalo)
- 1802 tantalio (dal personaggio mitologico Tantalo, simbolo Ta)
- 1803 Palladio (dall' aggettivo pallade ("giovane") riferito ad Atena, simbolo Pd), Rodio (dal greco "rhodon", simbolo Rh) e cerio (dal latino "ceres", simbolo Ce)
- 1804 osmio (dal greco "osmé" simbolo Os) e iridio (dal latino "iris", simbolo Ir)
- 1807 potassio (dal latino "potassium", simbolo K dal latino "kalium") e sodio (dal latino "natrum", simbolo Na)
- 1808 bario (dal latino "barium", simbolo Ba), stronzio (dalla città scozzese "strontian", dove si trovano molti minerali di questo elemento, simbolo Sr), calcio (dal latino "calx", simbolo Ca), magnesio (dal greco "magnesia", simbolo Mg) e boro (dal persiano "burah", simbolo B)
- 1811 iodio (dal francese "iode", simbolo I)
- 1817 litio (dal greco "lithos", simbolo Li) e cadmio (dal greco "cadmia", simbolo Cd)
- 1818 selenio (dal greco "selene", simbolo Se)
- 1824 silicio (dal latino "silex", simbolo Si)
- 1825 alluminio (dal latino alumen, simbolo Al)
- 1826 bromo (dal latino "bromum", simbolo Br)
- 1828 torio (dal dio nordico Thor, simbolo Th)
- 1839 lantanio (dal greco "λανϑάνω, stare nascosto", simbolo La)
- 1843 terbio ed erbio ( stessa derivazione dell' ittirio, simboli Tb e Er)
- 1844 rutenio (dal latino "Ruthenia", simbolo Ru)
- 1860 cesio (dal nome di una gens romana, "caesius", simbolo Cs) e rubidio (dal latino "rubidus", simbolo Rb)
- 1861 tallio (dal greco "Thàllos", simbolo Tl)
- 1863 indio (dall'inglese "indigo", simbolo In)
- 1875 gallio (dall' omonima provincia francese al tempo dei romani, simbolo Ga)
- 1878 itterbio ( stessa derivazione dell' ittirio, simbolo Yb)
- 1879 olmio (dal latino "Holmia", simbolo Ho), scandio (dal latino "Scandia", simbolo Sc) e tulio (dal latino "Thule", simbolo Tm)
- 1880 samario (dal latino "samarium", simbolo Sm) e gadolinio (dal nome del chimico finlandese Johan Gadolin, simbolo Gd)
- 1885 praseodimio (dai termini greci "prasios" e "didymos", simbolo Pr) e neodimio( dal greco "neos didymos", simbolo Nd)
- 1886 germanio (dal latinio "germanium", simbolo Ge), fluoro (dal latino "fluore", simbolo F), disprosio (dal latino "dysprosium", simbolo Dy)
- 1894 argon (dal greco "ἀργός", simbolo Ar)
- 1895 elio (dal latino "Helium", simbolo He)
- 1898 kripto (dal greco "κρυπτός", simbolo Kr), neon (dal greco "νέος", simbolo Ne), xeno (dal greco "ξένος", simbolo Xe), polonio (dall'omonimo stato, simbolo Po), radio (dal latino "radium", simbolo Ra)
- 1899 attinio (dal greco "ἀκτίς", simbolo Ac)
- 1900 radon (dal latino stessa etimologia del radio con la desinenza del' argon, simbolo Rn)
- 1901 europio (dal francese "europium", simbolo Eu)
- 1907 lutezio (dal nome latino di Parigi "Lutetia, simbolo Lu)
- 1917 protoattinio (dalle parole greche "protos" e "actinium", simbolo Pa)
- 1923 afnio (dal nome latino di Copenaghen, "afnium", simbolo Hf)
- 1925 renio (dal fiume Reno, simbolo Re)
tavola periodica dinamica
cronologia della chimica dall'anno 1000 ad oggi
cronologia elementi con approfondimenti
mercoledì 1 maggio 2013
Chimica e ...
Nella storia dell'arte ci sono stati autori che hanno raffigurato figure caratteristiche della chimica antica, ovvero l'alchimia (di cui parlerò in un post successivo); una di queste figure è l'alchimista.
Continuando la mia ricerca, mi sono imbattutto in alcuni francobolli veramente carini, spero vi piaceranno:
Inoltre ho anche trovato questa simpatica canzoncina sugli elementi della tavola periodica:
Navigando per il web, mi sono imbattuto anche in un numero di paperino in cui la chimica ne è la protagonista. Questo episodio, datato 1944, è intitolato "Paperino chimico genio".
Questa è la "trama" del fumetto:
Paperino, dopo aver ricevuto una botta in testa, inventa il nitrogeno spaccatutto (componente della "paperite"( che si è ipotizzato possa essere una molecola composta da 60 atomi di azoto, N60, un potente esplosivo utilizzabile come carburante per le navicelle spaziali, ma attualmente non ancora prodotto). Per inventare questo esplosivo fa reagire il metilene (CH2) con lo ione ammonio (NH4 + ). Il metilene fa parte dei carbeni che però furono scoperti solo negli anni 50' (quindi almeno 6 anni dopo la pubblicazione del numero suddetto) quando verranno osservati in laboratorio. Solo nella metà degli anni 60' fu però riconosciuto il merito a Paperino di aver ipotizzato e utilizzato il metilene in una reazione chimica.
"Der Alchimist " olio su tela 1860 circa di Carl Spitzweg "L'alchimista in cerca della pietra filosofale" olio su tela 1771 di Joseph Wright "L'alchimista" olio su tela 1661 Adriaen Van Ostade |
Francobollo emesso dalle poste russe nel 1965 rappresentante la chimica moderna |
Francobollo emesso dalle poste italiane nel 2010 celebrante l'anno internazionale della chimica |
Francobollo rappresentante la struttura della vitamina C, stampato dalle poste svizzere nel 1965 in cocomitanza dell'anno internazionale della chimica |
Francobollo stampato in Germania mostra uno schema di Otto Hahn della scissione del nucleodi uranio, premio Nobel per la Chimica 1944 |
Navigando per il web, mi sono imbattuto anche in un numero di paperino in cui la chimica ne è la protagonista. Questo episodio, datato 1944, è intitolato "Paperino chimico genio".
Questa è la "trama" del fumetto:
Paperino, dopo aver ricevuto una botta in testa, inventa il nitrogeno spaccatutto (componente della "paperite"( che si è ipotizzato possa essere una molecola composta da 60 atomi di azoto, N60, un potente esplosivo utilizzabile come carburante per le navicelle spaziali, ma attualmente non ancora prodotto). Per inventare questo esplosivo fa reagire il metilene (CH2) con lo ione ammonio (NH4 + ). Il metilene fa parte dei carbeni che però furono scoperti solo negli anni 50' (quindi almeno 6 anni dopo la pubblicazione del numero suddetto) quando verranno osservati in laboratorio. Solo nella metà degli anni 60' fu però riconosciuto il merito a Paperino di aver ipotizzato e utilizzato il metilene in una reazione chimica.
Per terminare questo post, vi vorrei mettere una canzone di Fabrizio De Andrè intitolata "Un Chimico", di cui vi mettero un video e il testo.
Testo:
Solo la morte m'ha portato in collina
un corpo fra i tanti a dar fosforo all'aria
per bivacchi di fuochi che dicono fatui
che non lasciano cenere, non sciolgon la brina.
Solo la morte m'ha portato in collina.
Da chimico un giorno avevo il potere
di sposare gli elementi e di farli reagire,
ma gli uomini mai mi riuscì di capire
perché si combinassero attraverso l'amore.
Affidando ad un gioco la gioia e il dolore.
Guardate il sorriso guardate il colore
come giocan sul viso di chi cerca l'amore:
ma lo stesso sorriso lo stesso colore
dove sono sul viso di chi ha avuto l'amore.
Dove sono sul viso di chi ha avuto l'amore.
È strano andarsene senza soffrire,
senza un voto di donna da dover ricordare.
Ma è fosse diverso
il vostro morire
vuoi che uscite all'amore che cedete all'aprile.
Cosa c'è di diverso nel vostro morire.
Primavera non bussa lei entra sicura
come il fumo lei penetra in ogni fessura
ha le labbra di carne i capelli di grano
che paura, che voglia che ti prenda per mano.
Che paura, che voglia che ti porti lontano.
Ma guardate l'idrogeno tacere nel mare
guardate l'ossigeno al suo fianco dormire:
soltanto una legge che io riesco a capire
ha potuto sposarli senza farli scoppiare.
Soltanto la legge che io riesco a capire.
Fui chimico e, no, non mi volli sposare.
Non sapevo con chi e chi avrei generato:
Son morto in un esperimento sbagliato
proprio come gli idioti che muoion d'amore.
E qualcuno dirà che c'è un modo migliore.
vuoi che uscite all'amore che cedete all'aprile.
Cosa c'è di diverso nel vostro morire.
Primavera non bussa lei entra sicura
come il fumo lei penetra in ogni fessura
ha le labbra di carne i capelli di grano
che paura, che voglia che ti prenda per mano.
Che paura, che voglia che ti porti lontano.
Ma guardate l'idrogeno tacere nel mare
guardate l'ossigeno al suo fianco dormire:
soltanto una legge che io riesco a capire
ha potuto sposarli senza farli scoppiare.
Soltanto la legge che io riesco a capire.
Fui chimico e, no, non mi volli sposare.
Non sapevo con chi e chi avrei generato:
Son morto in un esperimento sbagliato
proprio come gli idioti che muoion d'amore.
E qualcuno dirà che c'è un modo migliore.
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